Giovanni Fattori acquafortista   (Pagine 12 )      Fonte : Bollettino d'Arte - Nr 12 Giugno 1931

{\rtf1\ansi\ansicpg1252\deff0\deflang1040{\fonttbl{\f0\fnil\fcharset0 Arial;}} \viewkind4\uc1\pard\fs24 L'hanno accusato, anche per la sua pittura, di provincialismo \emdash qualcosa di rintanato i campi di Toscana, fra le paglie de' fossi di Maremma. Ma per questa pretesa debolezza di respiro del \par suo gusto bisognerebbe andar cauti. specie nei paragoni. Certo, qui in Lui, come nei veramente grandi \emdash l'uomo \'e8 tutt'un pezzo con l'artista. E che blocco quando sabbia a trattare di \par Giovanni Fattori: vecchia pietra da squadro delle nostre rupi e dei nostri palagi. Era naturale che spirito pari al suo s'accomunasse meglio nella consuetudine dei butteri e dei lor rudi \par polledri che non in quella delle persone alla moda. Vecchio motivo anche codesto ricantato e frusto. Che mai queste avrebbero potuto raccontargli della su volont\'e0, ossia della su arte ? \par rimproverargli la stortura del disegno o lo sbilenco del comporre ? Ben altre parole suggerivano i suoi campi le solitudini o la sua gente. Le sue donne non furono certo belle dame \par sfarzose, ma Egli era cresciuto pi\'f9 per i grevi minestroni di magro che non per i crostini e gl'intingoli. So che tra le sue acqueforti n'\'e8 il ritratto d'una donna che non avrebbe allora \par posato da Sargent o da Lembach n\'e9 da van Dongen oggi, ma sul margine Egli ha scritto: chi ho tanto amato! Penso che non solo a pi\'e8 di quella immagine, per carit\'e0 di tutto ci\'f2 ch'era \par oggetto dell'arte sua \emdash Egli avrebbe potuto tracciare quella commossa epigrafe. Oh si! Egli si era messo a faccia delle cose create con animo degno e ne fu ricompensato: la natura non \par accetta ne smancerie n\'e9 sdilinquimenti In verit\'e0, i tempi per lei non son cambiati d'allora. Sono mutati gli animi. che ai giorni di Fattori ben poca considerazione era nel pubblico, e non \par intendo il solito pubblico gretto \emdash per questi incisori e per questi pittori che lavoravano in pieno disparte. Ben diverso oggi, e i giovani dovrebbero riconoscerlo e cessare di lamentarsi. \par Allora dunque le acqueforti di Fattori passarono del tutto inosservate. E stato detto che Giovanni si dedicava alla pratica dell'incidere per desiderio di pace, anzi quasi per diletto a \par calmarsi della sua pittura. \par Una stampa del suo scolaro livornese Ulvi Liegi lo raffigura placido al tavolo con sulle ginocchia un canino e in mano una lastra ch'egli tenta colla punta. Il vecchio sorride bonariamente \par con quel sorriso abituato a compatire la gente che mostrava non accorgersi del suo genio. Lavorava dunque per isvago. Pu\'f2 darsi. Ma se io considero quella proverbiata calma e quel suo \par diletto e voglio paragonarlo alla terribilit\'e0, si alla terribilita del risultato \emdash vien fatto di chinare il capo come davanti ai prodigi. Non \'e8 agevole scolpire quest'animo di lui in \par cospetto del suo lavoro inciso \emdash come se in que' solitari colloqui Egli ritrovasse una gagliardia esasperata. Credo che bisogner\'e0 compatirlo se qualche zinco \emdash in quel tormento \emdash si bruci\'f2. \par Il sensibilissimo mestiere di certi contemporanei nostri che giudicano Fattori ha ben ragione d'adontarsene. E dovranno aver pazienza. Ma non soltanto le case dove si trova tutto, come quella a \par Pistoia del suo buon amico Bartalini \emdash non potevan fare per Lui - ma anche le salette del caff\'e8 Michelangiolo colle loro declamazioni e le burle alquanto melense erano assai lungi dal suo \par mondo. Pacchianeria o v\'e8ghegginismo in un selvaggismo da botteguccia in un altro intendere che effetto avessero a fare dinanzi allo spasimo di simile cuore. E poi el'importante, \par l'essenziale in arte \emdash Egli si ripeteva \emdash non \'e8 apparire di quel tale tempo o di quel dato paese \emdash essere, dicono, in avanti o in addietro, di qua o di l\'e0. N\'e9 avanguardie n\'e9 retroguardie, \par alle quali torni conto voler inscriversi. Tutto \'e8 non mostrarsi, ma sapersi in suo schietto dominio. Chi pi\'f9 di Giovanni Fattori pu\'f2 vantarsi d'essersi serbato tutto a s\'e9 stesso? Presa quella \par strada, non una svolta l'ha tentato pi\'f9. Anche Lega era duro al modo suo. Questo Tommaso e questo Simon Pietro del Macchiaiolismo non dovevan dunque godere le simpatie veramente sincere \par degli altri sia pure in una loro stessa famiglia. Meglio esser soli, dunque. Meglio sognare davanti agli occhi questo modo di vita semplice e scevro. e anche quando si ritraggono viali o \par strade di citt\'e0 farvi camminare un bel giogo di bovi o anche storcere e faticare tetti e facciate a ricordar capanne e casolari. Se mai quando dipingeva. una pi\'f9 gaia apparenza avsse avuto \par a sedurlo, ora in queste contingenze d'acido e di metano era bello liberarsi d'ogni pur modesto paludamento e vestirsi di frustagno. ora quella sua tremenda linea tutta ansia e fremito, \par quel suo profilare cos\'ec fiorentino-vecchio e questo illuminare e questo suo colorire, nella cruda disciplina del bianco e nero aveano a rifulgere come uno scoppiar di germogli. Poi \par bisognava riempiere e campire dentro a quelle inflessibili trame, e colla medesima materia sua ecco stagliare nubi nel cielo e cespugli tra' sassi, le anitre selvatiche e i selvatici alberi, \par creature sorelle. Quella punta e quella lastra e quel po di vernice e d'acqua forte, umile suppellettile, non erano ormai un soprappi\'f9 per l'anima sua spoglia. \par Bene. Intanto quest'uomo rialza di colpo l'incisione italiana dei tempi nostri, all'altezza della tradizione interrotta ai primi dell'Ottocento. Sorpassa tutti e si riallaccia ai sommi di \par casa nostra sino all'ultimo splendore settecentesco. Sembrerebbe, a considerar bene, un miracolo: da Morghen passare a Fattori. \par Dovrebbe sembrare: tanto pi\'f9 miracolo in quanto nel caso di Fattori incisore tutto \'e8 di getto e nulla richiama a un faticoso tirocinio di mestiere. Racconta il Bartsch che Rembrandt \par disegnava subito sulla lastra colla stessa libert\'e0 e lo stesso \emdash \'e8 sua parola \emdash disordine, come se tracciasse a penna sulla carta. Non era questa, osserva candidamente il Bartsch, la \par maniera di produrre un disegno corretto, ma era il modo pi\'f9 sicuro di conservare tutto l'ardore del primo concepimento. Oggi Adamo Bartsch non avrebbe a trovar parole differenti per l'opera \par incisa di Giovanni Fattori. Quella sorta di rudezza espressiva, divinamente tragica \emdash a cui Rembrandt arriva traverso un uragano di raschio di punta e di bulino \emdash non \'e8 sconosciuta a \par Giovanni Fattori ed Egli il pi\'f9 delle volte la raggiunge alla prima istintivamente \emdash e quindi nulla di men che puro \'e8 in lui. Se ci\'f2 che conta \'e8 la bravura della tecnica ossia la virtuosit\'e0 \par e portentosit\'e0 del processo, il penetrarne insomma e saperne godere a cuor freddo ogni meccanica risorsa \emdash se questo \'e8 da stimare e da dover essere il metro permisurare ogni stampa \par \emdash concedo lieta mente che Fattori conosceva la tecnica dell'acquaforte. Ma se fare acquaforte ha da significare aver da dire qualcosa e saperlo dire servendosi di quel mezzo e dirlo in maniera \par che solo con esso si possa dire, allora Fattori \'e8 in quell'arte tale un\tab Maestro che non mi trema la mano a scriver vicino a Rembrandt il suo nome. \par Non credo possa venire in mente che io abusi del nome di Rembrandt. Pure addietro, lo aver accostato Fattori, solo per affinit\'e0 d'emozione, a certi Maestri del nostro Quattrocento parve a qualcuno un'eresia \par Sibbene io voglio sperare che negli elisi dello spirito non s'abbiano a reclamare protocolli e gerarchie. \par Chi prima di lui tra di noi si \'e8 confessato con una tale nuda sincerit\'e0 nel breve specchio d'una lamina? Non credo sarebbe umano dimandargli allora - pi\'f9 disegno e miglior giudizio. Pure \par si os\'f2 con Rembrandt. Allora liberata la lastra dalla sua scorza peciosa, si poteva inchiostrare e stampare alla brava e girar da un canto. Talvolta, \emdash per il godimento tutto suo, \par nemmeno era al torchio: l'apparenza sola dell'intaglio bastava alla sicurt\'e0 del suo sguardo. Ora in altre lastre, un mordere rapido e violento avea dilavato il metallo come una fiamma che \par strini e gli apparivano alla tiratura quei suoi toni ambigui (una specie di sole senza atmosfera un sole puramente sugli oggetti) delizia di sapore tecnico, che le azzimate ristampe \par postume profaneranno. Questi suoi zinchi tarmiti dal vaiolo dell'acido, son li a testimoniare d'una passione vissuta. Cos\'ec allo spirito vigile di Lui anche ogni necessit\'e0 materiale di \par lavoro deve risolversi nel semplice e nell'immediato. Per la sua meniera i diversi stati dell'elaborazione e del ritocco non esistono: il suo realizzare s'compagna al suo primo pensiero. \par Meraviglia d'una fede piena. Certo che il suo Dio lo assiste conservandogli ogni volta intatto il fervor creativo, e al caldo del rapito spirito le nubi come le piante, le piante come la \par la cupa terra travagliata, i brividi e i sospiri delle fronde, la carne de tronchi macerati dai vermi, il mattina \par \par lie\'acvea mmo'd'un piumaggio o il bianco quasi - reod'una groppa taurina, ogni aspetto e ogni memoria del mondo uh'Egli prediliga si dcoo\'acnettono e si risolvono nelle integrit\'e0 del suo stila. Qui una delle sue Gabbeigiane sorge incon\'actro al muro solapo olevata in chiarissimo lume, tesoro insieme di lioearlstiche virt\'f9, ove la le- \par vit\'e0 d'un tratto basta e dar spicco ee gravezza: altrove una Fascinala \emdash le pi\'f9 sto mentale delle sue donne de' campi. contro celo come una dea, erge il capo sotto il fascio fosco o degli sterpi e taglia collatra- Ieri sfondo montuoso: altrove in massa tema primaverile il paese tutto sfarfallato di verzura sembra cullarsi in un mollissimo trascorrer di toni, di pittorici toni, un incanto di metafora dalle tinte ai ssegnichesi ripeter\'e0 negli olivi fiancheggianti le straditdoIe di collina o le pla\'accide pasture di buoi e di porchert e le albera\'acte Cascine. C'\'e8 qualcuna di queste carte, m una produzione abbondante come la sua, che \par abbiaa mostrare segni d'inesperienza o. peg- gio. di stanchezza? Tanto \'e8 difficile potersene accorgere ch'io credo ben arduo stabilire. fuor d'altre notizie. da queste puramente aspottuall. una qualunque successione cronologica della va- sta sua opera. \par Cos\'ec dallnizio al compimento della sua au- \par qs ra fatica non cambi\'f2 nell'esercizio dell'arte uella dimestichezza ch'Egli per tutte queste umilt\'e0 avea colmato nella pratica della s vita. Niente catafalchi e macchine stantie. Ao- \par il Figlio del mugnaio olandese ricorreva all'antico o al novo Testamento per sistemare nell'eternit\'e0 i suoi rabbini e i suoi mendichi. Fat\'acturi. dopo quei dati secoli. faceva ameno di questo sapere spicciolo. Ma anche le sue po\'acvere cose. una volta fermate nell'intaglio, di\'acvenivano storia. \par \par \par \par }